di Giuseppe Capoano e Antoinette Mazzaglia

lunedì 22 settembre 2008

Intervista a Toni Mazzaglia


Antoinette Mazzaglia, perché la scelta di abitare in Italia?
La scelta di abitare in Italia viene dal mio bisogno di tornare alle mie radici, sia per capire da dove vengo che per capire dove sto andando..... anche la mancanza di una famiglia stabile mi ha lasciato un grande rispetto per lo stile di vita in Italia che dà importanza alla famiglia... anche se piano piano vedo che il mondo (l')e' “tutt’uno” e, l’Italia sta diventando più cosmopolita. Poi, abito in Italia per il cibo, le sagre, il vino, l'arte e l'architettura (quella classica, non il palazzo di ingiustizia a Novoli!). Amo il fatto che esiste ancora il lardo di colonnata e tante di quelle cose che richiedano tempo e talento.

Cosa rappresenta per te cogliere ogni angolo di mondo col tuo obiettivo?
Cogliere ogni angolo... non faccio. Spero di cogliere momenti e dettagli che potrebbero essere persi o dimenticati. La fotografia è un atto cosi potente ma anche delicato. A volte ho paura di invadere gli spazi, le vite, delle persone... provo invece a far vedere l'umorismo nella vita quotidiana. Per me, la luce è tutto. Ho tante foto che mancano di luce, e nonostante mi piacciano i soggetti, se non c'e' la luce ci rimango male.

Quali sono le immagini che prediligi e preferisci?
Preferisco le immagini "chiaroscuro" mentre apprezzo sempre le foto che colgono un momento o un dettaglio particolare.

C'è un anello che congiunge la cucina italiana, il mondo contadino con la grande città come Firenze?
Anche se Firenze è una grande città, i fiorentini sono contadini nel cuore. Basta andare in centro e sentire il vociare, dal mercato centrale al negozio di scarpe. I fiorentini sono buffi, sono orgogliosi, sono belli. La cucina italiana, senza i contadini non sarebbe stata possibile e mi pare una cosa che scorre nelle vene di non tutti ma tanti italiani. Poi, guardiamo anche tutti i detti: “infinocchiare il prossimo” che viene dai contadini che venivano in città e per vendere il loro vino più scarso offrivano un assaggio del loro finocchiona; oppure “conosco i miei polli” o “non è farina del mio sacco”.

Cosa ami di più nelle tue foto?
Amo la luce, amo le facce, amo le righe sulle facce che raccontano la storia della persona che le indossa... Odio il ritocco, il ritoccare e annullare dettagli che forse danno noia, ma sono veri e fanno parte del soggetto.Sarò sempre più amante della pellicola che il digitale... mi manca la camera oscura e l'argento sul retro della pellicola.

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