di Giuseppe Capoano e Antoinette Mazzaglia

martedì 23 settembre 2008

Intervista a Giuseppe Capoano



Giuseppe Capoano, cosa ha dato Firenze alla tua pittura?
Firenze agli inizi mi ha regalato molti stimoli che ottenevo soprattutto osservando la città, i suoi monumenti, la cultura, i suoi abitanti, la loro storia. Spesso mi accingevo a prendere il bus urbano per ascoltare il silenzio dei viaggiatori. Per me era tutto molto nuovo, anche se sotto il profilo degli studi già ne avevo metabolizzato il suo patrimonio artistico. Sicuramente lo stimolo più grande è stato quello di riprendere in mano la pittura, nelle sue sperimentazioni coloristiche, che sfociano sin dall'inizio, con l'accostamento del blu e del rossoin soggetti, caotici, spostamenti frenetici, continue levitazioni....... Colori, che vicino fra loro ne suggerivano movimento.Questo, grazie anche ai primi approcci della conoscenza del cinema, come spettatore accanito (mitiche le costanti frequentazioni allo Spazio Uno, con l'amico Luciano Cannas, dove venivano proposte tutte le antologia dei grandi registi). Passione che poi è sfociata nella realizzazione di cortometraggi. Ed ecco che il movimento, diventa un pretesto per la sperimentazione pittorica, sia nella scelta dei soggetti, sia nell'utilizzo dei materiali.

Il sud, il cinema, il fumetto, i frutti, l'energia...questi e quali altri temi ricorrenti?
Tutto ciò che ci gira intorno, indagare sempre, la natura dell'uomo.

La forma dà contenuto o la materia apporta i veri contorni ai personaggi dei tuoi quadri?
Non mi piacciono i dilemmi alla Marzullo, non cado nel tranello. Il contenuto nasce dalle sperimentazioni plastiche, come la sensazione di vissuto che può avere un foglio di cartone mentre perde la sua identità per averne una nuova; ma l'ispirazione può nascere anche dalle forme.

Il mondo urbano nei tuoi dipinti, cosa nasconde o cosa rivela...al di là di cosa scrivono di te i critici d'arte?
La città non nasconde nulla per chi vuol davvero vedere, basta non essere abitudinari o dare tutto per scontato.

Quali sono i tuoi riferimenti pittorici, se ce ne sono...e da quali ti allontani?
Tutta la storia dell'arte è ricca di grandi maestri, ma sicuramente mi hanno colpito gli Espressionisti, (francesi, tedeschi), il grande Vincent, gli artisti sperimentatori del dopoguerra… e farei fatica a starmene lontano da tutto ciò che è arte.

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